Il cuore della foresta
Arte site-specific, Residency at Serlachius MuseumMantta-Villpula (Finlandia), 2019
La transizione è il passaggio da una condizione o situazione a una nuova e diversa. Per le scienze dure come la fisica e la chimica la transizione è il mutamento di un sistema o di un sistema di sottosistemi da uno stato ad un altro, con scambio di energia con altri sistemi. Il carattere transitivo dello spazio vuoto è anche quello che consente all’uomo nella sua quotidianità di farsi avanti nella vita e di crescere, di farsi uomo o donna. In questa prospettiva il tutto oscilla tra due opposti per cui niente resta fermo e immutabile se non la transizione stessa.
L’installazione “Il cuore della foresta” riflette questi concetti solo in apparenza astratti. L’opera è stata realizzata nell’arco di tre mesi tra Marzo e Giugno 2019 durante i quali l’attenzione si è rivolta alla transizione, nella forma del passaggio dall’Inverno alla Primavera. Giorno dopo giorno, in un susseguirsi di momenti avvolti nel profondo silenzio della foresta d’Inverno ho camminato fino ad imbattermi in giganti caduti. Grandi alberi di abete, lunghi fino a 30 metri, si trovavano al suolo sradicati da una tormenta. Ho cominciato a dividerli in sezioni lunghe 60cm con strumenti manuali.
La scelta degli strumenti di cui mi sono servito non è stata casuale, nè dettata da una anacronistica volontà di essere primitivo. Quel che mi interessava approfondire durante il processo di creazione era la mia conoscenza della tecnica, intesa non come strumento per realizzare scopi, ma come il più stretto controllo del corpo quale campo di energia.
La padronanza di sè si esprimeva in movimenti e gesti codificati da una sequenza di azioni logiche costruite su una matrice ripetitiva. Ogni giorno, mi svegliavo alle 7 di mattina ed uscivo nella foresta circostante, a tagliare i tronchi d’albero caduti. Il farsi del progetto rivelava che mentre ero interessato a descrivere la transizione della natura e il suo divenire mi inserivo in essa e rendevo dipendente da quella matrice strutturale di relazione fatta di identità e alterità.
Questa fase del progetto è diventata oggetto di studio e ricerca del progetto “Muted landscape” da parte dell’artista sonora australiana e direttrice del “Bogong centre for sound culture” Madelynne Cornish.
http://bogongsound.com.au/projects/muted-landscape
Una volta tagliate e prodotte 48 sezioni di tronchi di abete ho provveduto a trasportarle allo studio, che si configurava come luogo della manipolazione astratta e del riordino. Lo studio dell’artista è quel laboratorio nel quale attraverso fasi diverse ed esperimenti si trasforma la materia scomposta facendola transitare da uno stato dis-ordinato ad uno ordinato. Tale processo, nell’arte come nella scienza contemporanea, avviene sempre più spesso, e inevitabilmente, nella mente di chi osserva/ascolta, il quale si trova solo e muto ad avere il compito di unificare i diversi pezzi.
L’opera finita consta di 48 tronchi di albero, tagliati e puliti dalla loro corteccia e tagliati con un angolo di 78°, l’angolo di inclinazione naturale della mia struttura ossea. L’oggetto finito è stato portato indietro nella foresta
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