Agonia dell’identità

la necessità dell’errore.
Arte site-specific - Residenza “Radici, albero atmosferico” 

Terni, Settembre  2020

La residenza d’artista “Radici, albero atmosferico”, organizzata da Associazione Demetra in collaborazione con “Cenci, Casa-Laboratorio” e patrocinata dal MiBAC è un progetto sperimentale che chiama a raccolta artisti e creativi attorno alle tematiche di inclusione sociale e di coesistenza uomo-natura. Il progetto si svolge presso il Centro di Palmetta, un’antica massoneria poco fuori Terni, che è casa di un centro culturale e di una serie di attività di sostegno e accompagnamento alla comunità.
Sono stato invitato per dare forma  alla mia metafora artistica “Agonia dell’identità” nella specificità dell’orto giardino del Centro di Palmetta. All’interno di un boschetto di alberi di acacia, di fianco alla rumorosa strada statale E45, è emerso un “luogo”, del tempo e dello spazio, nel quale ho cominciato un dialogo con gli enti partecipanti. Servendomi di un’arte che è felice sintesi di performance, laboratori partecipativi e disegno ho dato forma all’anima della contemporaneità.

Ha avuto un maggiore spessore dar voce a riflessioni, solo apparentemente ovvie, nel campo del significato filosofico del fare. I laboratori partecipativi organizzati sono stati rivolti a soggetti “svantaggiati”: ex detenuti, utenti del centro diurno Marco Polo, utenti del progetto Orto21. Proprio per questo motivo è stato di maggiore interesse da parte mia portare questo tipo di riflessione ai “non addetti ai lavori”, a chi pensa e agisce spesso in maniera impreparata e si ritrova inevitabilmente disorientata nel mondo. Anche il mondo è un che di fatto, cioè di prodotto, secondo la tradizione greca e poi di tutto l’Occidente. Parte del mio metodo artistico è avere a che fare con i concetti dei quali gli uomini sono portatori, a prescindere dal loro stato mentale e dal loro riconoscimento sociale. 

Interessante e divertente giocare con loro a disegnare il senso dell’agire dell’uomo e poi a camminarlo in giro per il parco, per poi “scambiare il senso visivo” con gli altri. Ogni essere umano è da sempre gettato nel fare, utile è cominciare a rendersi conto che ognuno dei tanti fare con cui misuriamo l’intelligenza nostra è casa dell’errore.

Al di fuori dei laboratori durante la residenza ho disegnato una serie di 8 pannelli con penna Bic blu. Questi pannelli sono il risultato di un controllo significante della presenza del corpo. La loro totalità unita al contesto unico del boschetto di acacie, è andato a comporre le lettere del mio vocabolario. Ogni giorno della mia permanenza presso il  giardino, ho lavorato con paziente disciplina alla stesura ripetuta di una fitta rete di linee parallele. Ho invitato chi desiderava a sedersi di fronte a me durante il processo creativo, e a partecipare ad una performance di meditazione condivisa. In un arco di tempo di 14 minuti, 7 dei quali con gli occhi chiusi e i restanti 7 con gli occhi aperti, io e lo spettatore stavamo uno di fronte all’altro, come cose presenti tra le cose, con l’occasione di fermarsi ad ascoltarsi e vedersi oltre ogni senso del fare. Una curiosità. Pare che questo modo di stare, sia più congeniale alle spettatrici. Per quel che mi riguarda mi sento di dire che questo mio inaudito modo di fare arte sia appieno recepito dalla femminilità.
Al termine dei 20 giorni di residenza si è tenuta la mostra e inaugurazione del nuovo giardino di arte ambientale di Palmetta.




Un ringraziamento speciale a:

Andreco (artista tutor)
Anu Hakola
Associazione Demetra
Francesco Biadene
Francesco Re Li Calzi (artista in residenza)
Franco 
Giulia Pellegrini (artista in residenza)
Rebecca Sforzani




www.palmetta.it
www..exibart.com
www.ternilife.com




















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