Il fascino della follia
una riflessione su arte e scienza.Arte site-specific - Residenza Dune, Arti Paesaggi Utopie
Marina di Grosseto Oasi San Felice, Settembre 2019
La residenza d’artista DUNE – Arti Paesaggi Utopie 2019 ha accolto 15 artisti under 35 nell’oasi San Felice di Fiumara presso Marina di Grosseto, area protetta affiliata WWF.
Canonicamente l’approccio dell’artista ambientale è simile a quello dello scienziato in laboratorio che manipola una materia resa o presunta disponibile. Se il primo raccoglie materiale naturale locale, il secondo registra dati e informazioni empiriche; se il primo mette insieme i pezzi in forme e colori, il secondo testa la materia ridotta ai minimi termini in più combinazioni possibili. Perché ciò accada è però necessario che si sia convinti che esista una dimensione dominabile. Sembra un’ovvietà però prima di mettersi a navigare bisogna esser convinti che esista il mare. Lo scienziato e l’artista condividono la stessa fede, vale a dire che esista un mondo fatto di cose che possono essere prodotte, distrutte, trasformate, modificate. In questa dimensione anche il tempo, come lo spazio, appare come una cosa misurabile e che appartiene a un corpo sorvolato e diretto da un’anima eterna o da un intelletto puro al di là di esso. Così l’artista a Dune era tentato di sorvolare questa esperienza di residenza, di porglisi di fianco, tagliarle la testa, farla a pezzi ed esporla, come cosa morta tra le cose. Così è stato, tuttavia l’unica “cosa” veramente morta, che era ed è utile spezzare, era ed è ancora oggi me stesso. In questa prospettiva ho deciso letteralmente di essere io il mio materiale naturale site specific per andare ad occupare una posizione inaudita nel panorama artistico. Ho raccolto in una serie di 30 barattoli di vetro trasparente gli escrementi solidi e liquidi da me prodotti nell’arco di 48 ore e li ho esposti insieme alle risorse naturali, nascoste ma necessarie, al loro allontanamento tramite scarico wc. Ogni volta che lo sciacquone viene tirato si impiegano dai 5 ai 15 litri di acqua potabile la quale nella maggior parte dei casi trasporta il liquido ad una fossa biologica. Tale fossa è costruita in cemento, materiale prodotto con sabbia di fiume, inerti e acqua. Una volta riempita, la fossa deve essere svuotata con una cisterna alimenta a benzina. Infine gli escrementi sono trattati e lasciati andare al mare.
La follia del processo della rimozione del rifiuto, assomiglia a quel meccanismo psicologico che opera analogamente nella mente di chi ne è vittima. Il nascondimento di ciò che è interpretato come inappropriato e scomodo, realizza una bellezza grottesca, che riemerge dalle profondità. L’assurdo arriva ora: questa bellezza è essenziale e imprescindibile per far sì che la verità si manifesti ma si deve pur sempre avere dinanzi a sè l’erranza eterna dell’agire dell’uomo.
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